[Download] "I ribelli degli stadi" by Pierluigi Spagnolo # Book PDF Kindle ePub Free
eBook details
- Title: I ribelli degli stadi
- Author : Pierluigi Spagnolo
- Release Date : January 01, 2017
- Genre: Soccer,Books,Sports & Outdoors,Coaching,Young Adult,Sports & Recreation,
- Pages : * pages
- Size : 6015 KB
Description
Pierluigi Spagnolo descrive quarant’anni di tifo estremo in Italia, arrivando a tracciare un ritratto dell'odierna situazione degli stadi.
Il racconto si sviluppa a partire dalla nascita dei primi gruppi ultras che si ispiravano alla tifoseria inglese, nei primi anni Settanta, per proseguire col conclamarsi del fenomeno negli anni Ottanta, l'apice negli anni adiacenti a Italia Novanta e infine il declino dovuto alla criminalizzazione del tifo estremo dal vivo a favore di un tifo piÃđ redditizio: ÃĻ l’avvento del cosiddetto calcio moderno.
La cronistoria dettagliata dei fatti di sangue e le relative reazioni delle istituzioni (incremento del controllo e della repressione, anche tramite leggi ad hoc) ÃĻ solo una parte del quadro, ammonisce l’autore: il popolo degli ultras in Italia ÃĻ sempre stato trasversale ad ogni categoria sociale e i violenti sono solo una parte dei tifosi, anche in curva. Per questa lucida ed attuale analisi, Spagnolo cita i gradi nomi della letteratura di riferimento come Desmond Morris, Valerio Marchi e Roberto Stracca (ai quali ÃĻ dedicato il volumetto.
Nei primi anni Settanta nascono i Boys della Roma, uno dei gruppi piÃđ longevi, nati lo stesso anno degli Ultrà del Napoli (1972), nel 1973 ÃĻ il momento della Fiorentina e poi “a caduta” nel 1974 gli Ultras del Bologna e dello Spezia, poi nel 1975 i Panthers della Juventus, nel 1976 le Brigate Neroazzurre dell’Atalanta, i primi Ultras del Bari e i Rangers del Pescara etc etc.
Gli anni Ottanta, oltra alla nascita di altre tifoserie come i Mods, del Bologna nel 1982, vedono svilupparsi le coreografie spettacolari. La curva proprio in quegli anni ÃĻ battezzata come “casa” dagli ultras. Il primo gigantesco bandierone “copricurva” ÃĻ del 1981-1982 (Sampdoria) e le fantasie cromatiche dei primi gruppi, della Juve e della Reggina, del Torino come del Pescara, si scatenano anche utilizzando migliaia di piatti di plastica con i colori delle squadre che, come altre coreografie “creano un effetto da applauso”.
Spagnolo si dilunga nella descrizione dell'aspetto performativo. Inno per inno, slogan dopo slogan: la “liturgia” del tifo estremo. Ben presto, perÃē, le coltellate e i roghi dei vagoni si prendono tutta l’attenzione mediatica.
Gli anni Novanta segnarono anche il momento in cui i club videro l’affare non piÃđ nel tifo allo stadio, ma in quello alla televisione: la pay TV dà la stura a quello che poi diverrà il “calcio moderno” che da un lato lucra sul tifo (per esempio con il cosiddetto spezzatino) e dall’altro allontana le tifoserie dallo stadio con un processo che dai DASPO arrivano fino alla “tessera del tifoso”…
Gli ultimi anni hanno visto la morte del poliziotto Raciti e quella assurda di Gabriele Sandri. Ma anche il famosissimo Derby del Bambino morto, fino all'attualissimo, raccapricciante “suicidio” di un tifoso juventino che sarebbe stato la chiave per capire i rapporti tra il potentissimo club torinese e la ‘ndrangheta…
Spagnolo ci lascia perÃē con un barlume di speranza, parlando di alcuni gruppi nati dal basso come l’Atletico San Lorenzo a Roma, l’Ideale a Bari, del Quartograd a Napoli, del Brutium a Cosenza, e del Centro Storico Lebowski a Firenze. Potrebbe essere la chiave per un lento ritorno a un tifo piÃđ genuino, che, dopo il deserto che allarmismo e grossi club hanno creato in questi anni, potrebbe far tornare gli stadi un posto dove socializzare e cantare slogan per la propria squadra.